Prodotti con derivati animali

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Dai cosmetici al vino, dagli strumenti musicali agli pneumatici: sono infiniti i prodotti con elementi animali di uso quotidiano. Tutti i giorni ci ritroviamo tra le mani oggetti che insospettabilmente sono realizzati o contengono sostanze di derivazione animale. E se orientarsi a tavola per un consumo vegan friendly è oggi sempre più facile, non altrettanto semplice è raccapezzarsi quando si parla di prodotti non alimentari. Il nostro consiglio è, prima di tutto, imparare a leggere le etichette, ma anche rivolgersi direttamente ai produttori per chiedere chiarimenti lì dove composizione e origine non siano bene specificati. Intanto, ecco un elenco di nove prodotti con elementi animali ai quali è bene fare attenzione con qualche consiglio per un consumo consapevole e vegan friendly.

 

Cosmetici

Acido stearico, glicerina, acido oleico, acido laurico, collagene, cheratina, lanolina: tutte queste sostanze sono presenti in abbondanza in creme, lozioni, saponi, detergenti, dentifrici, balsami, shampoo. Secondo la Animal Ingredient List redatta dalla Peta sono decine gli elementi potenzialmente di origine animale impiegati nella produzione di cosmetici. Il problema, in realtà, è che molti di essi possono essere elementi di derivazione animale, ma anche vegetale o sintetica e non sempre le etichette fanno chiarezza su questo punto. Un buon modo per orientarsi è prediligere prodotti con chiara indicazione e certificazione cruelty free è prendere confidenza con l’Inci, ovvero la Nomenclatura Internazionale degli Ingredienti nella Cosmesi attraverso la quale, per legge, sono indicati in ogni prodotto tutte le sostanze contenute al suo interno. Uno strumento utile per la lettura dell’Inci è il Biodizionario online dei componenti dei cosmetici, che ha catalogato quasi 5mila sostanze.

 

Profumi

Anche l’industria profumiera fa uso di prodotti di derivazione animale. È il caso, per esempio, del muschio, sostanza odorosa usata come fissativo nei profumi ottenuta dalle ghiandole del cervo muschiato, o dell’ambra grigia, elemento ceroso secreto dall’intestino del capodoglio.

 

Birra, vino, liquori

Vini, birre e liquori sono spesso sottoposti a un processo di chiarificazione funzionale a renderli più limpidi, ma anche più stabili nel tempo dal punto di vista organolettico. La chiarificazione può avvenire per precipitazione attraverso l’uso di sostanze di origine animale come gelatine, albumina in polvere o albume montato. In mancanza di indicazioni precise a livello normativo per l’indicazione in etichetta, uno strumento utile per scoprire se un vino, una birra o un liquore sono prodotti vegani è Barnivore, database nel quale è possibile fare ricerche tra le schede di oltre 20mila alcolici internazionali catalogati e divisi tra “Vegan Friendly” e “Not Vegan Friendly”. Per i vini italiani esiste Qualità Vegetariana, il marchio nazionale per la certificazione volontaria dei prodotti vegetariani di ValorItalia e AVI, l’Associazione Vegetariana Italiana.

 

Pneumatici e fuochi d’artificio

Gli pneumatici per automobili possono contenere acido stearico di origine animale, che ne aiuta il mantenimento della forma e la resistenza all’attrito. L’acido stearico è usato anche nella produzione di fuochi d’artificio per impedire l’ossidazione dei metalli.

 

L-Cisteina

Si tratta di un aminoacido solforato e viene ricavato in alcuni casi anche dagli scarti della lavorazione della industrie della carne e in particolare dalle piume. Questo aminoacido viene utilizzato in alcuni casi come miglioratore delle farine da inserire nei prodotti da forno e viene indicato con la sigla E920.

 

Caramelle e chewing-gum

Nella produzione industriale dolciaria sono ampiamente usate gelatine animali e colla di pesce. È il caso, per esempio, di caramelle gommose, gelatine e chewing-gum, che possono contenere anche altri ingredienti potenzialmente di origine animale, come glicerina, acido stearico e lanolina (sostanza ottenuta dal vello di pecora). Gelatina e colla di pesce, ricavate entrambe dalla lavorazione di tessuti connettivi animali, sono adoperate anche dall’industria farmaceutica per la produzione di medicine in capsule e supposte. Sulle etichette dei prodotti la loro presenza è indicata con il termine generico “gelatina” o dalla sigla E441. Come nel caso della cucina casalinga, comunque, anche in ambito industriale ci sono produttori che si sono attrezzati sostituendo nella produzione di caramelle e simili la gelatina animale con l’agar agar, gelificante naturale ottenuto dalla lavorazione delle alghe rosse.

 

Zucchero

Per assumere il bel colore bianco che lo contraddistingue lo zucchero viene sottoposto a un processo di sbiancamento per il quale vengono adoperati filtri derivati da carbone animale, detti anche “neri di ossa” perché ottenuti dalle ossa di animali. Un processo di raffinazione che, tra l’altro, impoverisce moltissimo lo zucchero dal punto di vista nutrizionale. Per questo, è preferibile usare come dolcificante prodotti più salutari e vegan friendly come lo zucchero grezzo di canna (non raffinato), il malto, ottenuto dalla germinazione dei cereali, o gli sciroppi di acero e agave.

 

Strumenti musicali

Da ossa e tessuti connettivi degli animali si ottiene  la colla animale adoperata, per esempio, per il fissaggio di strumenti musicali in legno, come i violini. Oggi esistono anche colle di origine sintetica, ma per la lavorazione e soprattutto il restauro di mobili antichi e oggetti in legno, la colla di origine animale rimane la più usata.

 

Ammorbidenti

Una delle sostanze maggiormente presenti negli ammorbidenti per lavatrice è l’esterquat, molecola ammorbidente che può essere di origine vegetale o animale. In quest’ultimo caso, è estratta dal sego, ovvero una delle principali fonti di grasso animale ricavata da bovini, ovini ed equini. Un’ottima alternativa fai da te agli ammorbidenti industriali è aggiungere al bucato un po’ di aceto (possibilmente bianco o di mele), con due gocce di olio essenziale e un po’ di bicarbonato.

 

Condom

I condom possono contenere due elementi di origine animale, la caseina e la glicerina. C’è, però, chi ha ovviato al problema come la Glyde Health, che qualche tempo fa ha messo in commercio preservativi certificati vegan friendly dalla Vegan Society.

 

Fonte: www.vegolosi.it Silvia De Bernardin